Spesso si sente dire che un approccio nutrizionale corretto migliora la qualità della vita, ma purtroppo la sola alimentazione non basta quando si tratta di ipercolesterolemia: questa, infatti, risente meno dei vantaggi derivanti da un giusto regime alimentare, poiché è il fegato stesso che produce il colesterolo LDL (il cosiddetto “colesterolo cattivo”). Occorre allora intervenire diversamente.
A chi rivolgersi quando i valori del colesterolo sono elevati
Un soggetto con colesterolo alto e che sia in presenza di altri fattori di rischio, ad esempio diabete, ipertensione, obesità, deve rivolgersi in maniera esclusiva al suo medico curante.
Se invece il soggetto è “sano”, quindi l’unico valore alterato è appunto quello del colesterolo e siamo in assenza di altri fattori di rischio, può essere sufficiente chiedere un consiglio al farmacista o al biologo nutrizionista.
In quali modi si può intervenire
Si deve valutare sempre l’assunzione di un farmaco, in primis le statine, che sono un ottimo medicinale, spesso però percepito in maniera negativa perché nel 15-20% dei casi può portare alcuni effetti collaterali fastidiosi, tipicamente dolori muscolari.
Ecco, per quei soggetti che hanno una colesterolemia poco mossa e non hanno altri fattori di rischio cardiovascolare oppure rientrano in quella categoria di persone che patisce enormemente dall’uso delle statine, è possibile pensare ad un approccio nutraceutico. Oggi infatti disponiamo di nutraceutici in grado di abbassare il colesterolo esattamente come fanno i farmaci, tipo le statine o l’ezetimibe.