Il nostro microbiota intestinale è formato da una vasta comunità di batteri che hanno un’influenza molto rilevante sul metabolismo, sul sistema immunitario e sull’umore. Nella valutazione della salute intestinale, il numero e la diversità di specie differenti sono dati fondamentali: una grande varietà si associa ad un basso rischio di obesità e malattie varie.
Una dieta sana ed equilibrata è la chiave per mantenere questa diversità e ciò è stato dimostrato da un semplice esperimento, in cui uno studente universitario si è alimentato per dieci giorni consecutivi soltanto con cibo “fast-food”.
Gli Hadza e la ricerca di Tim Spector
Gli Hadza – un gruppo etnico di cacciatori-raccoglitori che vive in Tanzania vicino al lago Eyasi – possiedono una varietà di batteri intestinali tra le più ricche del pianeta. Ciò è stato documentato da Tim Spector, Professore di Epidemiologia Genetica al King’s College di Londra, che ha condotto un test su se stesso, vivendo e mangiando per tre giorni secondo lo stile di vita di tale popolazione, e ha poi riportato la sua esperienza su The Conversation.
Il piano della ricerca prevedeva che l’autore mangiasse per tre giorni esclusivamente come un cacciatore-raccoglitore, senza possibilità di lavarsi o utilizzare salviette imbevute a base d’alcool, partecipando il più possibile alla caccia e alla raccolta con gli Hadza. Altro elemento fondamentale del test è stato quello di analizzare i propri batteri intestinali prima della partenza per la Tanzania, durante il soggiorno e dopo il suo rientro nel Regno Unito.
Una dieta antica milioni di anni
Gli Hadza ricercano gli stessi animali e le stesse piante che l’umanità ha cacciato e raccolto per milioni di anni: questo appare chiaro guardando la dieta seguita da Spector durante i suoi tre giorni in Tanzania.
Per cominciare, una gran quantità di baccelli di baobab a colazione. Il frutto del baobab è l’alimento base nella dieta degli Hadza, è pieno di vitamine, ricco di grassi nei semi e ha, naturalmente, una dose significativa di fibre.
Ha un guscio duro, simile a quello del cocco, che si rompe facilmente, rivelando una pallida polpa attorno a un grande seme. L’alto contenuto di vitamina C, poi, gli conferisce un inaspettato sapore agrumato.
Gli Hadza mischiano i pezzetti di polpa con l’acqua e li sbattono vigorosamente per 2-3 minuti con un bastone, fino ad ottenere una densa zuppa lattiginosa, che viene poi filtrata in una tazza, diventando una bevanda piacevole e rinfrescante.
Lo snack successivo era rappresentato da bacche selvatiche provenienti dai vari alberi che circondano l’accampamento: le più comuni erano piccole bacche di Kongorobi, rinfrescanti e leggermente dolci. Possiedono fibre e polifenoli in misura 20 volte maggiore rispetto alle bacche coltivate: un potente “carburante” per il microbiota intestinale.
Per pranzo, alcuni tuberi ricchi di fibre saltati al fuoco e, qualche ora dopo, la caccia al porcospino, considerato una rara prelibatezza per gli Hadza. Dopo averne catturati due esemplari, una parte degli animali è stata consumata direttamente sul posto e la restante riportata al campo per spartirla con il resto della tribù. Il sapore è simile a quello di un lattonzolo (un cucciolo di maiale).
Per dessert c’era del miele di color oro-arancio.
Il menu è stato più o meno lo stesso anche nei due giorni successivi, con i pasti principali che comprendevano l’irace, un animale peloso e ungulato simile al porcellino d’India e parente dell’elefante.
I risultati delle analisi
Al ritorno nel Regno Unito, il risultato delle analisi in laboratorio ha mostrato chiare differenze. La varietà dei batteri intestinali era aumentata del 20%, includendo alcuni batteri africani totalmente nuovi, come quelli del phylum Synergistetes. Tuttavia, dopo pochi giorni, i batteri intestinali erano virtualmente tornati alla condizione in cui erano prima del viaggio.
Questa prova ha dimostrato che per quanto dieta e salute intestinale siano buone, non sono comunque vicine a quelle dei nostri avi. Tornare ad una dieta e ad uno stile di vita più naturale potrebbe essere ciò di cui abbiamo bisogno per migliorare la nostra salute intestinale: in un futuro non molto lontano, chissà, potremmo ritrovare alcune di queste pietanze anche sulla nostra tavola.
Nel frattempo, esistono delle formulazioni di batteri, assolutamente sicure, atte a ripristinare il fisiologico equilibrio del microbiota intestinale. Tali formulazioni possono integrare e coadiuvare la dieta soprattutto in particolari momenti, ad esempio in seguito all’assunzione di alcuni farmaci come gli antibiotici, che invece distruggono direttamente la normale flora batterica intestinale.